La Caritas Diocesana ha i seguenti compiti

a) approfondire le motivazioni teologiche della diaconia della Carità;

b) promuovere, anche in collaborazione con altri organismi diocesani, la cultura della Carità evangelica tale che sia non solo ben radicata nel territorio ed attenta alle sue esigenze, ma anche aperta all’appartenenza a tutta l’umanità, soprattutto a sentirsi parte della grande famiglia dei figli di Dio (iniziazione alla cultura della “mondialità”);

c) promuovere, coordinare e sostenere le Caritas parrocchiali;

d) inserire organicamente la testimonianza della Carità nella pastorale diocesana in modo che sia trasversale ad ogni attività pastorale della Diocesi;

e) promuovere la testimonianza della carità della comunità ecclesiale diocesana e delle comunità minori, specie parrocchiali, in forme consone ai tempi ed ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell’uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione agli ultimi;

f) promuovere nella Diocesi, nelle parrocchie e nei gruppi l’animazione del senso della Carità verso le persone e le comunità in situazioni di difficoltà e del dovere di tradurlo in interventi concreti con carattere promozionale e preferibilmente preventivo;

g) curare il coordinamento delle iniziative e delle opere caritative ed assistenziali d’ispirazione cristiana;

h) organizzare in collaborazione con la Caritas Italiana e coordinare a livello diocesano interventi d’emergenza e di solidarietà in caso di pubbliche calamità;

i) realizzare, in collaborazione con altri organismi d’ispirazione cristiana, studi e ricerche sui bisogni presenti nel territorio della Diocesi per:

  • aiutare a scoprirne le cause;
  • preparare piani d’intervento, sia curativo sia preventivo, nell'ambito di una programmazione pastorale unitaria;
  • stimolare l’azione delle istituzioni civili, svolgendo anche un ruolo profetico ed anticipatorio;
  • promuovere, se è il caso, un’adeguata legislazione;

j) promuovere, formare e coordinare il volontariato;

k) promuovere la formazione e la nascita, in tutto il territorio della Diocesi, a partire dai centri maggiori, di laboratori di promozione e formazione alla partecipazione di tutto il volontariato d’ispirazione cristiana, d’organismi, in altre parole, simili a Città Solidale, nata a Latina nel 1993;

l) favorire la formazione degli operatori pastorali della Carità e del personale d’ispirazione cristiana sia professionale che volontario impegnato nei servizi sociali, sia pubblici sia privati, e nelle attività di promozione umana;

m) promuovere il valore irrinunciabile della pace e della salvaguardia del creato; favorire l’affermarsi dello spirito di Gesù contrario ad ogni odio e guerra e, quindi, la condanna del commercio delle armi e dello sfruttamento indiscriminato delle risorse, sostenendo, nello stesso tempo, l’instaurarsi di stili di vita non violenti, privilegiando il metodo del dialogo e dell’ecumenismo come risorse alternative per la risoluzione dei conflitti;

n) promuovere e coordinare l’obiezione di coscienza, il servizio civile e l’AVS (Anno di Volontariato Sociale per le donne) attraverso un’adeguata sensibilizzazione e formazione;

o) contribuire allo sviluppo umano e sociale dei paesi del Terzo Mondo, in collaborazione con l’Ufficio Missionario Diocesano, mediante:

  • la sensibilizzazione dell’opinione pubblica;
  • prestazione di servizi;
  • aiuti economici;
  • coordinando anche le iniziative dei vari gruppi e movimenti d’ispirazione cristiana.

Tratto da: STATUTO DELLA CARITAS DIOCESANA, articolo 2

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